Plagiocefalia nei neonati: come prevenirla?
I consigli della Dottoressa osteopata Francesca Benedetti
La plagiocefalia comunemente nota come “testa piatta”, è una condizione sempre più diffusa tra i neonati nei primi mesi di vita.
Spesso i genitori si accorgono di una leggera asimmetria nella forma della testa del loro bambino e si chiedono se sia normale o se sia necessario intervenire.
Per fare chiarezza su questo argomento, abbiamo chiesto all’osteopata Francesca di rispondere ad alcune domande sulla plagiocefalia e la sua prevenzione. Scopriamo con lei tutti i benefici dell’osteopatia pediatrica, un valido alleato per affrontare con dolcezza le difficoltà che possono emergere alla nascita o nei primi mesi di vita.
Tempo Lettura 6′
Di cosa parleremo?



Che cos’è la plagiocefalia e quali sono le cause principali?
Il termine plagiocefalia, indica un’anomalia della forma del cranio del neonato alla nascita o durante i primi mesi di vita, quando le sue ossa sono ancora morbide e facilmente modificabili in base alle posizioni che assume, specialmente mentre dorme.
È importante fare una breve distinzione tra plagiocefalia primaria e secondaria.
La plagiocefalia primaria detta anche sinostosica è più rara rispetto alla plagiocefalia secondaria, generalmente è presente già nei primi giorni di vita e può essere legata ad una compressione intrauterina oppure, ad una anomala e precoce saldatura di una o più suture del cranio.
Questa plagiocefalia tende a peggiorare con il tempo e può essere causa di problemi importanti per il bambino, in quanto non permette un corretto accrescimento del cervello e può far parte di sindromi più complesse. Il trattamento è quasi esclusivamente chirurgico o tramite l’ausilio di tutori ortopedici.
La plagiocefalia secondaria o posizionale invece è una condizione in cui la testa del bambino assume un’alterazione della forma nei primissimi mesi di vita, presentandosi più appiattita posteriormente o lateralmente.
Si chiama “posizionale” proprio perché deriva dalla posizione che assume il piccolo; il peso della testa va a creare una pressione costante sulle ossa del cranio che tendono cosi a deformarsi. In alcuni casi può anche essere legato alla posizione che il feto aveva nella pancia o dalla compressione nel canale vaginale durante il parto.
Questa problematica è molto più diffusa di quello che si pensa.
L’American Academy of Pediatrics ha stimato che questa problematica possa interessare fino al 48 % dei neonati, praticamente uno su due, e che la maggior parte dei genitori non ne è a conoscenza se non quando i loro bambini l’hanno già sviluppata.

Pic By Francesca Benedetti
Come possono i genitori prevenire la plagiocefalia nei primi mesi di vita?
Ecco alcuni suggerimenti da seguire.
1. Cambi posturali frequenti durante il giorno quando il bambino è sveglio: pancia in su, pancia in giù, fianco destro e fianco sinistro.
2. In posizione supina alternate spesso la rotazione della testa girandola sia a destra che a sinistra. I genitori possono ruotarla piano piano senza forzare, durante il sonno, è sicuramente più semplice. Se il piccolo dovesse fare troppa resistenza, o dovesse piangere quando si prova a ruotarlo dal lato opposto vi consiglio di contattare un’osteopata o un fisioterapista.
3. Invertite la posizione della next to me se notate che il bimbo presenta una posizione preferita (spesso verso il letto dei genitori).
4. Se allattato in modo artificiale alternate sempre il lato in cui date il biberon.
5. Non utilizzate cuscini, fino ai 18-24 mesi non servono. Neanche quello che vendono per la plagiocefalia con il buco al centro.
6. Assicurate l’allineamento capo-tronco: se posizionato sulla sdraietta tende ad inclinare da un lato può essere utile un asciugamano arrotolato o un sostengo in modo da farlo stare dritto.
7. Cambiate la loro posizione anche secondo i punti cardinali in modo che le fonti luminose e sonore abbiano origini diverse.
8. Utilizzate le contenzioni (ovetto, sdraiette, ecc) solo quando necessario, non dimentichiamo che nei primi 6 mesi, 15 minuti per un bambino corrispondono a 3 ore. Pensate all’impatto che una stessa posizione mantenuta per 3 ore può avere sullo sviluppo del sistema muscolo-scheletrico di un bambino.
9. Fategli fare tanto “TUMMY TIME”, momento di gioco nel quale il piccolo esegue esercizi a pancia in giù su un tappeto.
10. Quando lo tenete in braccio cercate di alternare lato, in modo da favorire entrambe le rotazioni del capo.
11. Favorite il baby wearing(fascia e marsupio)

Pic by Francesca Benedetti, osteopata

Pic by Francesca Benedetti, osteopata
Quando è necessario consultare un osteopata e quali benefici possono offrire un trattamento?
L’osteopatia neonatale è il caso più reale di medicina preventiva.
La prima visita osteopatica andrebbe fatta nel primo mese di vita del piccolo anche senza un motivo di consulto preciso ma semplicemente per un controllo (se c’è necessità anche nella prima settimana di vita). La visita serve proprio per riequilibrare e liberare tutte quelle compressioni e tensioni che potrebbero determinare l’insorgenza di plagiocefalie, torcicollo miogeno,irritazioni dei fasci nervosi,problematiche legate alla suzione, reflusso, coliche e problematiche legate al sonno. Al livello pediatrico anche problemi legati alla postura, Otiti ricorrenti e sinusiti, malocclusioni ,disturbi respiratori e cefalee possono trovare spesso una soluzione con il trattamento osteopatico.
I bambini rispondono sempre in tempi più rapidi ai trattamenti rispetto agli adulti, nei quali un disturbo ha avuto il tempo di consolidarsi. L’ideale per risolvere una plagiocefalia è agire nei primi 6 mesi di vita di un neonato, fino ai due anni però si possono ottenere dei risultati ma prima si agisce meglio è.
La plagiocefalia non va mai minimizzata pensando ad una soluzione spontanea perchè non è affatto automatica ed è importante sapere che dalla forma della testa di un neonato dipenderà anche la sua postura, l’occlusione, la vista quindi non è solo un fattore estetico.
La prevenzione della plagiocefalia è possibile con semplici accorgimenti nella routine quotidiana del neonato. Variare le posizioni, stimolare il movimento e, se necessario, affidarsi a un osteopata possono fare la differenza per il corretto sviluppo del bambino. Ringraziamo Francesca per i suoi preziosi consigli e ricordiamo ai genitori che ogni bambino è unico: in caso di dubbi, è sempre meglio rivolgersi a uno specialista.
Per approfondire e seguire la Dottoressa Francesca: @francescabenedetti_osteopata_
Francesca Benedetti è un’osteopata che lavora a Roma, nel suo studio in viale Trastevere. Si è diplomata dopo 6 anni di Osteopatia presso la scuola C.E.R.D.O nel 2012. Subito dopo il diploma in Osteopatia, in contemporanea al lavoro, ha frequentato numerosi corsi e post graduate tra Italia e Francia per specializzarmi in Osteopatia Neonatale, Pediatrica e nelle donne in Gravidanza. Nella pratica quotidiana lavora anche con adulti e sportivi.
Video By Alisèa

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